Come ogni documento scientifico che si rispetti il whitepaper di Bitcoin inizia con l’Abastract.

Qui troviamo una carrellata dei concetti che costituiscono l’essenza di Bitcoin. Iniziamo a buttare un po’ di carne al fuoco 😉
Il primo concetto fondamentale per Bitcoin è il termine Peer-to-Peer.
Cos’è una rete Peer-to-Peer?
In informatica una rete Peer-to-Peer è una rete nella quale i computer degli utenti connessi fungono nello stesso tempo sia da client che da server.

Come osserviamo dall’immagine, a differenza di un’architettura client-server, gli utenti collegati ad una rete peer-to-peer sono in grado di accedere direttamente l’uno al computer dell’altro, visionando e prelevando i file presenti nei loro hard-disk e mettendo a loro volta a disposizione i file che desiderano condividere.
Le reti peer-to-peer sono usate in particolar modo per scambiare file audio o video, come nel caso dei più famosi Emule e di Napster. Non ditemi che non li avete mai usati 😉
Come possiamo intuire, grazie anche a questa tipologia di rete, Bitcoin non richiede un’autorità centrale che sovrintenda tutte le transazioni, me si basa esclusivamente alla rete di macchine che partecipano attivamente al suo protocollo.
Eh grazie…ma come inviamo il nostro denaro digitale tramite rete Peer-to-Peer?
La soluzione trovata da Satoshi sono le firme digitali.
Cos’è la firma digitale?
La firma digitale può essere pensata come la nostra firma fisica utilizzata, ad esempio, per approvare l’autenticità di un documento o di un messaggio.
Allo stesso modo, la firma digitale lega un’identità ad un messaggio.
Le firme digitali utilizzano in modo massiccio la crittografia a chiave pubblica. Da cui deriva il concetto di chiave pubblica e privata (che avremo modo di capire).
Solo le persona con la chiave privata è in grado di produrre delle firme valide.
Chiunque invece abbia accesso alla chiave pubblica, può solo verificare la validità delle firme.
Abbiamo quindi la rete peer-to-peer, abbiamo le firme digitali, siamo a posto no? eh no…c’è ancora un grosso problema che ossessiona il nostro Satoshi: la doppia spesa.
Cos’è la doppia spesa?
La doppia spesa è la possibilità di un utente di spendere più volte lo stesso token.
In un sistema centralizzato questo problema non sussiste in quanto è la stessa autorità centrale che verifica ciascuna transazione controllando la validità del token.
Ad esempio, quando paghiamo una persona ci liberiamo fisicamente di una banconota.
In un mondo digitale tutto può essere riproducibile più volte. Basti pensare ad un semplice file sul desktop del nostro PC: possiamo crearne infinite copie.
Se non risolviamo il problema della doppia spesa, dovremmo per forza di cose continuare a fare affidamento ad un ente centralizzato. Come fare?
Dopo molte notti insonni, Satoshi ha trovato la soluzione: L’algoritmo di consenso proof-of work.
Nell’articolo dedicato avremo modo di capire il suo funzionamento.
Prendetevi pure una pausa, questo è solo l’abastract 😉
Nei prossimi articoli vedremo nel dettaglio come rete peer-to-peer, firme digitali e proof-of-work si amalgamano tra di loro per creare Bitcoin: un sistema monetario digitale completamente decentralizzato che non si affida a un’autorità centrale per l’emissione di valuta o per il regolamento e la convalida delle transazioni.